Per perpetuare la memoria, di Nonno Mate Gli dedico – con tanto affetto e nostalgia - questo breve episodio di piccola storia, quella Sua e della Sua casa. E spero che sia condivisa dai Gentili ospiti della Casa, con lo stesso spirito.

Il capitano – da cui la casa prende il nome - Mate Nola è nato il 1° gennaio 1905. figlio secondogenito di sei, di Pere, nata Letica e Joze Nola. Ha trascorso la sua infanzia con la nonna a Vruja imparato – vedendoli praticare - i lavori agricoli, soprattutto quellialle vigne.

Ha prestato il servizio militare,per due anni, a partire dal 1927, nell'esercito del Regno di Jugoslavia, prima a Brcko, e poi a Skradin.

Terminato il servizio militare, torna a Porat - il quartiere del porto di Podgora - a vivere nella casa dei genitori e inizia a lavorare - come macchinista - in un frantio per le olive, del posto e ne diventa azionista, come la maggioranza dei lavoratori locali. Lavora anche - con il fratello Peter - sul terreno della famiglia, con le olive e la vite. Ereditano dal loro padre una barca -Mandalina - che è stato il capitale iniziale della nuova attività imprenditoriale avviata dai fratelli nel 1922: il trasporto della pietra per la costruzione di hotel Primordia di Podgora. Il risultato di questa attività vienere-investito nell'acquisto di una barca a motore insieme a Ivan Vodanović, il trabakul Uspomena (Il ricordo), lunga 20 metri, progettata per il commercio e la pesca. E' rimasto in questa attività e società, fino al 1971.

Nel 1930 ha frequentato corsi di formazione per il brevetto di „Capitano“, promossi dall' Autorità Portuale di Spalato. Ha ottienuto il titolo di „Capitano“ e il brevetto di vela per l'Adriatico e Mar Ionio.

Nel 1936, il capitano Mate si sposa per Anka Vela figlia di Šimun Vela, la cui famiglia era anch'essa impegnata nel trasporto e il commercio marittimo.

Nel 1938 allarga il raggio d'azione della Sua società costituendosi in una nuova società con Luke Nola per affiancare alla pesca annaule e al commercio, un'attività ulteriore nel periodo estivo e per questa acquistano una barca a motore – l'Urano - di 10 metri, attrezzato per la pesca alle sardine.

Nel 1939, a bordo dell' Uspomena fu ospito un gruppo molto interessante di studenti provenienti da Sarajevo, membri di un gruppo teatrale che organizzavaspettacoli teatrali nei centri della Dalmazia centrale, facendone un'occasione di penetrazione politica della sinistra. Testimonianza di questo evento venne registrata nel 1962 in un film documentario girato dell'organizzatore dell'operazione - Rato Dugonjić –che riporta le interviste ai partecipanti di allora. Il capitano dell'Uspomena, Mate Nola, ha dato la sua importante testimonianza di questo evento.

Il periodo prima della seconda guerra mondiale, è stato caratterizzato da una congiuntura favorevole del mercato in cui il capitano svolgeva le sue attività imprenditoriali e il commerciali che si sono sviluppate ulteriormente. Nel 1940 il capitano Mate, il fratello Petar e Ivan Vodanović, danno vita ad un nuovo progetto imprenditoriale, la costruzione - nel cantiere sull' Isola di Iž - della barca a motore, con lo scafo in legno, Labud (Il cigno): un progetto molto avanzata per i tempi di allora, pensata sia per il turismo che per il trasporto passeggeri e - di tanto in tanto - di merci. La nave navigherà soprattutto nel Mare Adriatico centrale, da Zara a Metkovic e, occasionalmente, in Albania.

L'inizio della seconda guerra mondiale nel 1941, l'occupazione della Dalmazia e di Podgora da parte dell'Italia, porta alla confisca del Labud che diventa una nave per trasportare passeggeri nella zona fra Spalato a Metkovic. Durante questo periodo a Podgora prende vita un forte movimento antifascista che - unito ad una forte tradizione marinara - porta alla formazione nel 1942, del primo distacco marittimo partigiano. La prima azione navale anti-fascista, si attua con il salvataggio dei partigiani feriti, da transfeire da Promajna fino al ospedale partigiano sui laghi di Baćina, fino al posto piu vicino sulla costa Striževo, ed è stata effettuata con la barca Uspomena, al comando del capitano Mate Nola.

Durante quel periodo il capitano Mate è stato per due volte reclutato dalle forze partigiane – per brevi periodi – mentre, solitamente, si dedicava attivamente all'aiuto del movimento, fornendo agli insorti alla macchia, sostentamento con il pesce, pescato e trasferito della famiglia e dai vicinisulla montagna di Biokovo, dove erano stazionate. Per questi servizi Mate è stato insignitodel grado di comandante di distaccamento. Nel 1944, a causa di una malattia è stato confinato - insieme con altri 33 000 profughi della Dalmazia centrale - in Egitto,sul Sinai, in un campo militare, nel deserto, vicino alla città di Suez. (Maggiori informazioni sui campi profughi in Eggito si possono reperite su http://www.geni.com/projects/El-Shatt-WWII-refugee-camps.

La vita nel campo è risultata assai difficile, soprattutto a causa delle condizioni climatiche del deserto, ma ben organizzata dai rifugiati stessi. Vi erano ospedali, scuole, corsi di istruzioni di lingue straniere, vari gruppi di lavoro – fra cui la realizzazione e distribuzione di un giornale del campo. Insomma, si cercava di fornire loro - per quanto possibile - una vita dignitosa. In questo periodo, il capitano ha lavorato come guardia nel campo-profughi e spesso – nel tempo libero – si dedicava alla pesca nel vicino canale di Suez, in collaborazione con la popolazione locale, della quale diventa amico e con cui collabora come un buon vicino.

Nel 1945 - durante la sua assenza - le forze militari tedesche sganciano una bomba sul Labud – che era stata confiscata dagli occupanti – e viene distrutto dai dal conseguente incendio.

Nel periodo dal 1943 al 1945, la casa della famiglia è rimasta intatta perchè utilizzata come autorità portuale.

Nell'auttuno del 1945 -al suo ritorno dall'Egitto- si deve confrontare con una nuova e diversa'organizzazione economica e politica: era permesso avere solo piccole aziende familiari e la famiglia Nola, continua la sua con la sola pesca e il transporto di merce.

Nel 1946. vendono la nave Uran, e nel 1949 transformano la nave Uspomena in una barca con un arco a punta e la poppa arrotondata. Fino agli anni Cinquanta, la famiglia continua ad occuparsi principalmente di pesca. All'inizio degli anni Sessanta, ha dato avvio ad una nuova attività nel campo delle delle costruzioni a Podgora e nei suoi dintorni e la nave Uspoena e stata convertita al trasporto e commercio di ghiaia, che è stata l'attività della famiglia fino al 1971. Quando Uspomene viene venduta, se ne acquista una nuova: il Sinji galeb (Il gabiano), barcha da pesca di 15 metri. I figli di Mate, Josip e Petar, hanno continuato l'attività di pesca con Sinji Galeb fino degli anni '90. Sinji galeb è ancora ormeggiata nel porto di Podgora, come ricordo della tradizione familiare.

Il capitano Mate è arrivato alla veneranda età di 89 anni e ci ha raccontato spesso i suoi viaggi e suoi avventurosi ricordi, per tramandarci le sue esperienze e la sua saggezza.

Diana Nola Živković

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